La parte cosiddetta “bassa" del Sestiere di Cannaregio è tra le zone della città che ha maggiormente mantenuto la sua “venezianità”, forse perchè fuori dagli itinerari più frequentati, forse perchè non ancora scoperta a pieno dalle guide turistiche ma non per questo risulta meno ricca di storie, di suggestioni e di tradizioni. A dire il vero è proprio questa sua caratteristica che la rende unica ed affascinante: vi proponiamo con questo itinerario una riscoperta di luoghi e professioni così vive e pulsanti che vi lasceranno stupefatti. Il sestiere accoglie tutta la parte di città a Nord della Stazione ferroviaria, che, seguendo il dolce movimento del Canal Grande, si spinge oltre il Ghetto Ebraico, fino alla Laguna Nord, con le sue Fondamenta così piene di vita, le sue Chiese ricche di capolavori artistici, le sue calli e i suoi campielli su cui si affacciano botteghe artigiane e negozi unici per passione e preziosità.
Dalla Stazione ferroviaria incamminatevi in direzione della Strada Nova, fino a giungere al famoso Ponte delle Guglie. Rio Terà San Leonardo (che prende il nome da un antico rio che passava da qui, e che fu appunto a suo tempo “interrato”) vi farà sentire in un luogo senza tempo: qui, infatti, come cento anni fa, specie alla mattina, chiassose ed allegre bancarelle di frutta, verdura e pesce riempiono l'aria, ed è qui che i veneziani veraci si incontrano a comprare le primizie di stagione, ma soprattutto a “ciacolar”, a parlare cioè di quanto succede in zona. Proprio come in un piccolo paese, infatti, qui si sa sempre tutto di tutti. Fermatevi a bere infatti un caffè o uno “spritz”, e con estrema facilità vi ritroverete a parlare con qualcuno del luogo, che con estrema ospitalità vi saprà dare indicazioni e consigli.
Al civico 1593, proprio del rio terà, potrete subito visitare l'affascinante bottega di Balducci Borse: le borse Balducci, infatti, sono fatte interamente a mano fin dal lontano 1974. Franco Balducci, artigiano pellettiere usa esclusivamente cuoio di provenienza Toscana, famosa in tutto il mondo per la sua conciatura al naturale come tanto tempo fa. Prodotti fatti esclusivamente a mano, creazioni uniche al mondo tra cui borse a tracollo in cuoio, scarpe e stivali da donna, sedie da regista, cinture e tanto altro.
Tornate verso il Ponte delle Guglie, svoltando prima di salirvi, sulla destra, lungo la Fondamenta di Cannaregio. Respirate la vita pulsante di questo luogo, e comincerete a capire che state per proiettarvi in un mondo decisamente affascinante. Un piccolo sottoportego sulla destra vi farà da porta di ingresso al Ghetto di Venezia. Questa infatti era la zona della città dove gli ebrei veneziani erano obbligati a risiedere durante il periodo della Repubblica veneta (la parola “ghetto” deriva proprio da qui - il termine deriva dalle fonderie che qui anticamente si trovavano, da cui 'gettare' cioé fondere). Potrete approfondire l'interessantissima storia del ghetto (di fatto, composto da tre parti, ovvero quello Vecchio, quello Nuovo, e quello Nuovissimo) nel Museo Ebraico, al civico 2902/B) che conserva oggetti religiosi soprattutto stoffe e argenti. E’ possibile (e consigliato) abbinare alla visita del Museo anche la visita delle splendide sinagoghe, se ne possono visitare tre delle cinque presenti (le Scuole sono cinque come le nazioni in cui è organizzata la comunità ebraica: la Scuola Granda Tedesca, la Scuola Canton, la Scuola Italiana che sorgono nel Ghetto Nuovo, la Scuola Spagnola ( progettata da Baldassarre Longhena nel XVII secolo) e la Scuola Levantina che sorgono nel Ghetto Vecchio). Il Ghetto, all’interno del quartiere e della città, ha un tracciato urbanistico unico con le case altissime strette le une alle altre (si raggiungono altezze di otto piani) per poter recuperare spazio necessario ad accogliere tutti gli abitanti che componevano la comunità ebraica.
A questo punto è d'obbligo una visita al civico 1133/1134 di Calle del Ghetto Vecchio, dove troverete l'affascinante bottega di Antichità al Ghetto. Qui, nel 2006, Elisabetta e Giuliano, con estro e fantasia, hanno trasformato un vecchio magazzino abbandonato, in una vera “bottega”, dove, accanto al laboratorio creativo, coesiste un intrigante spazio espositivo, piacevole luogo d’incontro e di sosta nell’andar per calli. In essa il passato viene restituito al presente con un attento lavoro di recupero e di originale produzione artigianale. Il negozio propone oltre alla Judaica, mobili, ceramiche, stampe, dipinti, argenti, oggetti in ferro battuto, tipici della tradizione rurale, complementi d’arredo realizzati artigianalmente con preziosi tessuti antichi, merletti e ricami.
Girovagate per il Ghetto, visitatelo, e fermatevi a parlare con gli abitanti del luogo.. Gustate qualche prodotto tipico della loro cucina, sapiente punto di incontro della tradizione ebraica e di quella veneziana. E alla fine, attraversato il ponte in ferro del Campo del Ghetto, vi troverete come di incanto riproiettati in una Venezia verace. Una lunga serie di Fondamente (camminamenti che costeggiano un canale) sono la passeggiata più gradevole da fare, in qualsiasi stagione. Ad ogni passo troverete un negozio, un bar con il tradizionale “capannello” di persone che discute animatamente su qualsiasi argomento, locali di cucina tipica con piacevolissimi tavoli esterni in cui sostare e ritemprarsi il tutto incorniciato da scorci indimenticabili, edifici dove abitano da generazioni famiglie veneziane, barche tradizionali come gondole, “mascherete” o “topette” che scorrono leggere sull'acqua (ogni tanto anche qualche barchino a motore, comunque legato al contesto della città)
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Ed ovviamente, botteghe artigiane, tra le più interessanti ed affascinanti..
Al civico 2588 di Fondamenta della Misericordia, per esempio, c'è il “Laboratorio Multimediale d'Arte e Conservazione” Cincotto, ben più di un'azienda di restauri. Negli anni ha infatti assunto esperienza e grandissima competenza. Adriano Cincotto ripropone infatti il motto “con la scienza imparo, con l'arte capisco”, e ama ricordare che “Ci sono a tutt'oggi 127 Venezie in attività, più di 5000 sono sprofondate, 34 sono in pericolo di estinzione... Grazie all'attività dei restauratori qualcuna si salva!”. Oltre alle numerose attività tradizionali del restauro (lapideo, conservativo, restauro delle vetrate legate a piombo, etc), numerosi sono i manufatti artigianali e artistici di Adriano Cincotto, plasmati da pietra, vetro, legno, metalli preziosi..
E se il restauro vi ha avvicinato alla storia di Venezia, cosa direte quando entrerete nel vicino Nicolao Atelier, al civico 2590; dal 1980 questa sartoria realizza le creazioni che da anni vengono esportate in tutto il mondo come una delle massime espressioni artigianali del Made in Italy.
Mani esperte tagliano e cuciono tessuti pregiati ed esclusivi che aggiungono con i tagli d'epoca originali un accento in più al mestiere di sartoria storica, ed i costumi prodotti lasciano senza fiato.
L' Atelier fa vivere un percorso attraverso i secoli con i suoi costumi, più di 10.000 completi di biancheria, accessori, copricapi e mantelli, negli eleganti spazi dell'atelier, dove sono riunite sartoria di produzione, show room e tutta la collezione dei costumi. Tuffarsi in questo sogno potrà essere un'esperienza fantastica per chiunque desideri rivivere atmosfere d'altri tempi, in questa epoca spesso dimenticati.
Perdiamoci ora lungo calli e stretti ponti, in una zona di Venezia così silenziosa e magica..
Arriviamo alla splendida Chiesa della Madonna dell'Orto, nella Fondamenta omonima. Costruita alla metà del '300, dedicata dapprima a San Cristoforo, mutava l'intitolazione dopo il ritrovamento di una statua miracolosa della Vergine in un vicino orto. La chiesa costituisce uno dei più significativi e completi esempi di architettura gotica veneziana, all'interno è decorata da famosissimi dipinti di Tintoretto e Cima da Conegliano. Il campo su cui si affaccia la chiesa è uno degli ultimi campi a Venezia ad avere mantenuto la pavimentazione in cotto spinato.
Dopo la visita pressochè obbligatoria a questo capolavoro d'arte, sempre sulla Fondamenta, al civico 3535, troviamo la Fonderia Valese, esistente dal 1913, l'ultima fonderia rimasta nella Venezia insulare. Rilevata da Carlo Semenzato, continua la tradizione della lavorazione tradizionale dell’ottone e del bronzo. Il procedimento è quello di sempre, “a staffa”, con il metallo liquido incandescente colato negli stampi. Con una vasta scelta di prodotti di serie, la Fonderia è anche in grado di riprodurre opere di notevole complessità quali lampadari e oggetti d'arredo antichi. L'altissima qualità della sua produzione ha attirato clienti come l'Hotel Gritti a Venezia, il Teatro Fox ad Atlanta nonché artisti come Jean Arp. In catalogo sessanta modelli diversi di cavallini, “moretti” di diversa foggia e, naturalmente, il Leone di San Marco simbolo della città. Ma Valese produce anche i caratteristici ferri per gondole e oggetti molto complessi, come lampadari ed elementi d’arredo.
Concludere l'itinerario odierno nel migliore dei modi può suggerire una ulteriore visita alla vicina Chiesa di sant'Alvise, nell’omonimo campo, la più appartata della città. La chiesa venne edificata tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV secolo a spese della nobildonna Venier che si ritirò a vivere nel convento annesso per professare la regola agostiniana. All’interno della chiesa si trovano tre dipinti giovanili di Giambattista Tiepolo rappresentanti episodi della vita di Cristo. Dietro alla chiesa sorge il bel campanile trecentesco, in cotto, con la tipica cuspide conica a pigna e guglie agli angoli che eretto contestualmente alla chiesa ha mantenuto l’originaria struttura gotica.
Da qui, perdete lo sguardo all'orizzonte, verso la Laguna Nord, che nelle terse giornate d'inverno vi porterà fin verso le cime innevate delle Dolomiti.
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